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I dehors in carreggiata. Una delle principali cause di illegalità e invivibilità.

I dehors non vanno mai presi in blocco, esistono casi positivi che, se gestiti per alcune tipologie di ristoranti e luoghi circoscritti, possono anche incrementare il decoro urbano.

Scelte totalmente ideologiche e falsamente economiche hanno però stravolto il concetto andando ad occupare migliaia di posti in carreggiata. Nessuna strategia è stata riservata alle analisi della zona; nessuna regola sul rapporto posti interni, posti esterni; nessuna regolamentazione sui quartieri residenziali. Nessun controllo. 

I dehors hanno semplicemente spostato all’esterno le attività che i locali hanno sempre svolto all’interno. Negli utilizzatori si è così impiantata una percezione di vasca vacanziera e anarchica con tutti i problemi che ben conoscono le cittadine di villeggiatura. In quelle zone, perlomeno, il disagio è molto limitato nel tempo. A Milano dura tutto l’anno.

Musica, schiamazzi, bande di ubriachi, cantanti in erba… e poi vandali, imbrattatori, cocci di bottiglie e delinquenti pronti ad approfittare della situazione, si sono riversati nelle strade dei quartieri seguendo le regole di un grande luna park a cielo aperto.

E il problema ormai non è più relegato a una o due zone della città, ma riguarda praticamente ogni singola area cittadina. A dimostrazione della fallimentare strategia basta osservare come ormai bastino anche solo un paio di dehors per mettere in scacco una via.

Inoltre, tramite incredibili ordinanze comunali, sono letteralmente scomparsi migliaia di posti auto, mettendo ulteriormente in crisi lavoratori, famiglie e praticamente tutta la mobilità cittadina. Amministrazioni che in pubblico si dichiarano vicine ai temi ambientali, poi costringono le auto a pellegrinaggi infiniti in cerca di un’area di sosta.

I dehors inoltre, e non tutti, vengono utilizzati unicamente un paio d’ore in pausa pranzo e la sera. Tutto il resto del tempo giacciono inutili a paralizzare  i quartieri.

Per fare gli interessi di alcuni bar (assoluta minoranza in termini numerici) si sono messi in crisi tutti gli altri lavoratori, la logistica, la città e la salute dei suoi residenti (centinaia di migliaia di persone).

I dehors in carreggiata, sembra strano, ma sono inoltre uno dei principali motivi (se non il principale) del crollo di sicurezza in città. Aver spostato in strada centinaia di persone (quando non migliaia), rende infatti le zone non più controllabili, nemmeno dalle forze dell’ordine che infatti si tengono ben alla larga dai quartieri sottoposti a movida. Ormai bande organizzate si trasferiscono dall’hinterland in città certi di un’impunità diffusa e garantita. E anche la criminalità di vario genere si muove in completa tranquillità in questi luoghi anarchici, abbandonati al loro destino. E queste aree sono ormai decine e decine in città.

E così, mentre si vaneggia di percezioni, sempre più cittadini vengono minacciati, derubati, picchiati, presi a bottigliate, accoltellati, stuprati… Questo il futuro che si è deciso di scrivere per la città: un mangiodromo anarchico sempre più pericoloso per chi ci vive e lavora.

L’invasione dei dehors non è stata il risultato di evoluzioni incontrollabili o endemiche di un territorio. È scelta precisa, studiata a tavolino e attuata tra l’altro con una “prepotenza” inaudita. A nulla sono valse le proteste di residenti e lavoratori, a nulla sono serviti i dati portati all’attenzione della giunta. Si voleva favorire una categoria (tra l’altro economicamente debolissima per il futuro della città) e lo si è fatto a scapito di tutte le altre. Cittadini inclusi.

Ricordiamo sempre volentieri a chiunque ci governi che la Costituzione italiana mette il diritto alla salute davanti a qualsiasi altra area. Soprattutto agli accordi con singole categorie di commercianti.

 

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